Democrazia critica

Sinistra e destra all’impasse

C’è una situazione che ha quasi del paradossale in Italia, per cui sinistra e destra sono arrivate a pensarla alla stessa modo sull’Europa, ovvero che le politiche di Bruxelles finiscono con il limitare la nostra democrazia. Il rigore non piace alla sinistra, perché considerato ultra liberista - pensare che Lama e Berlinguer riteneva l’austerity rivoluzionaria! - ma non piace nemmeno alla destra, perché ha con la scusa del rigore venne fatto cadere il governo Berlusconi. La famosa tesi del complotto contro il Cavaliere, ne ripercorre ancora la vicenda Sallusti su “il Giornale” di mercoledì scorso. Sinistra e destra sono dunque d’accordo nel contestare l’eccesso di sovranità concesso alla Europa germanocentrica, sia sotto il profilo politico che sotto quello finanziario. Quest’Europa non ci piace, la moneta unica è sbagliata, le politiche economiche non funzionano è il leit motiv comune da Fassina a Brunetta. Tutto discutibile, ma tutto veritiero. Il problema è che cosa bisognerebbe fare, e su questa parte costruttiva che non si capisce esattamente se vi sia una qualche differenza fra sinistra e destra, anche perché dopo la svolta di Tsipras è difficile credere che qualcuno sia pronto ad impugnare seriamente il guanto di sfida alla costruzione europea. Basta vedere la brutta fine fatta dal governo di Atene che pure sembrava il campione dell’antieuropeismo tedesco. Anche il governo italiano, patisce questa situazione e altrettanto non sembra poi così particolarmente deciso a cosa fare. Renzi sembrava vicinissimo a Tsipras, in realtà lo è diventato solo ora che il premier greco vuole rispettare l’accordo con la Ue. E tuttavia non ci sembra che il governo italiano eccella in fatto di rigore e neppure di riforme, visto che quella della legge elettorale e quella del Senato incidono poco o nulla sul debito, mentre quella sulla scuola presenta sicuramente dei costi in più. C’è il fiore all’occhiello del job acts, ma anche in questo caso non basta una semplice legge per creare lavoro, ed infatti i dati sull’occupazione italiana risultano ancora disarmanti. Insieme ad una legge servirebbe un progetto in cui credere per far ripartire la crescita. Sinistra e destra questo progetto non ce l’hanno, mentre quello del governo, a parte le ottime intenzioni, sembrerebbe, al momento della sua applicazione, completamente claudicante.

Roma, 15 luglio 2015